La curcuma (in inglese turmeric), è una spezia che si ottiene dalla macinazione del rizoma (fusto sotterraneo) di una pianta appartenente alla famiglia delle Zingiberaceae, a cui appartiene anche lo zenzero. La specie di maggiore interesse è la Curcuma Longa (o Curcuma Domestica), utilizzata a scopo fitoterapico e farmaceutico.
La spezia si presenta con un colore giallo-arancio e presenta un sapore piccante e amarognolo. Utilizzata soprattutto nella cucina Indiana e Pakistana, trova oggi largo impiego anche in Occidente per la preparazione di patti come il curry, come additivo a tisane e bevande oppure come colorante alimentare (anche se il costo elevato ne limita l’impiego in tal senso).
Proprio dal suo potere colorante (di giallo) deriverebbe il suo nome Kour Koum che significa “zafferano”. La curcuma, infatti, viene definita “zafferano delle Indie”.
La curcuma (come “il cugino” zenzero) sembra avere delle vere proprietà terapeutiche, portandola ultimamente ad essere sempre più spesso oggetto di studio da parte dei ricercatori di tutto il mondo. Il principio attivo più importante contenuto è il diferuloilmetano, chiamato anche curcumina. A questo composto, infatti, sarebbero attribuiti gli effetti benefici di questa spezia. Vediamo quali sono:
Recenti studi, inoltre, hanno dimostrato che la curcuma ha effetti benefici anche sul cervello, migliorando i sintomi di demenza e le funzioni cognitive nel morbo di Alzheimer.
La curcuma, tuttavia, presenta il problema della biodisponibilità, il che significa che la quantità che ne ingeriamo non corrisponde a quella che poi il nostro organismo assimila. Pertanto, la curcuma, se vuole essere usata a fini terapeutici, dovrebbe essere assunta sotto forma di integratore alimentare, che contiene una dose tale da assicurare l’espletamento delle proprietà benefiche.
Non fate mai di testa vostra però e affidatevi sempre al parere di un esperto prima di assumere qualsiasi integratore. La curcuma, infatti, come tante altre sostanze, seppur benefiche, presenta delle controindicazioni: è sconsigliata per le persone che soffrono di calcoli alla colecisti o in generale di problemi alle vie biliari.
Dott.ssa Carmen Pagano
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