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Diete a confronto

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Negli ultimi venti anni l’obesità e la malnutrizione sono state confinate alla risoluzione tramite la stesura di diete che si propongono di schematizzare un regime alimentare con un apporto calorico che è decisamente molto inferiore a quello abituale. Ora più di allora, nel percorso terapeutico dell’obesità è necessario attenersi alle linee guida accettate dalla comunità scientifica in modo da evitare diete drastiche. Nonostante questo, si fa tanta confusione e si parla diete speciali, non tutte conosciute. Passiamo a vederne alcune in modo da conoscerle:

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  • Dieta mediterranea: oggi considerata la più efficace e completa. Caratterizzata da un elevato apporto di frutta, verdura, legumi, cereali, pesce e olio di oliva (per la ricchezza in acidi grassi poliinsaturi) e un basso apporto di carne rossa e latticini. Dati recenti indicano che uno stile alimentare mediterraneo si associa ad una significativa riduzione della mortalità da obesità e patologie cardiovascolari.
  • Dieta DASH:  è attualmente raccomandata per il trattamento dell’ipertensione arteriosa e si è dimostrata efficace nel diminuire i valori di pressione indipendentemente dall’assunzione di sodio. Prevede una introduzione triplicata di frutta, verdura ed una diminuzione di carni rosse, snack e dolciumi.
  • Calorie counting: questa metodologia prevede la libera assunzione di cibo nel corso della giornata fino al raggiungimento della quantità assegnata di calorie in cui è il soggetto stesso a conteggiare le calorie assunte tramite apposite tavole e guide appositamente create. In generale, pur garantendo un adeguato apporto calorico nutrizionale, questo approccio sembra favorire comportamenti ossessivi.
  • Cibi speciali e pasti-formula: i cibi speciali o più comunemente pasti-formula sono delle preparazioni industriali, a bassa densità energetica e ricchi di fibre proposti in sostituzione di un pasto, lasciando libera assunzione di altri pasti secondo preferenze individuali. Anche questo approccio sembra criticabile in quando non decanta un adeguato comportamento alimentare  ed il mantenimento del calo ponderale a lungo termine.
  • Low-fat diet e very low calorie diet: Prevedono un apporto di grassi di gran lunga inferiore a quello definito dalle linee guida ed una condizione di semi-digiuno con un apporto calorico giornaliero fortemente ristretto. Si tratta di approcci terapeutici abbastanza costosi a causa del frequente ricorso a pasti formula pre-confezionati. Altri inconvenienti prevedono la possibilità di dare luogo a carenze nutrizionaali e disturbi alimentari compulsivi.
  • Dieta a zona: Viene proposta come trattamento fai da te in cui si limita l’assunzione di carboidrati complessi sotto forma di cereali ed amidi. In particolare, ciascun pasto deve prevedere un contenuto di proteine e carboidrati molto basso in modo da ridurre il rapporto insulina/glucagone.
  • Dieta dissociata: consiste nell’evitare l’assunzione nello stesso pasto, di carboidrati, lipidi e proteine. E’ stato dimostrato che questo trattamento induce in breve tempo una perdita di peso sovrapponibile a quella ottenuta utilizzando una dieta ipocalorica

Queste sono solo alcune delle diete proposte negli ultimi anni… ognuna viene presentata come  efficace; in realtà, molte di queste  non possono essere intraprese a lungo tempo e anzi, possono causare comportamenti alimentari  patologici; quindi, è bene farsi seguire da uno specialista per valutare insieme quale sia l’approccio migliore.

 

Dott.ssa Lucia D’Anzi – biologa nutrizionista

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