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Stipsi: terapia dietetica alla base di un problema troppo diffuso

La stipsi è un disturbo molto manifesto nelle varie fasce d’età; colpisce infatti bambini, adolescenti, adulti e anziani (questi ultimi sono tra l’altro i più colpiti insieme alle donne). Uno dei principali motivi per cui questo disturbo occupa un range molto largo è la difficoltà ad individuare una definizione condivisa e uguale per tutti, quindi facciamo chiarezza.

Parliamo di stipsi quando sono presenti due o più sintomi seguenti:

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–         Sforzo eccessivo durante l’evacuazione

–         Sensazione di evacuazione incompleta

–         Feci dure nella maggior parte delle evacuazioni

–         Sensazioni di blocco od ostruzione rettale

–         Meno di tre evacuazioni a settimana

Essa può essere un sintomo di una patologia o di una condizione già in atto (condizioni di malassorbimento, gravidanza, farmaci…) ed in questo caso bisogna studiarne i motivi a monte e curarli, oppure, quando non è conseguenza di una patologia, viene considerata essa stessa una patologia e quindi si avvia un trattamento specifico basato su indicazioni dietetiche e comportamentali. Come prima cosa è fondamentale aumentare l’apporto di fibre, quindi cominciare ad introdurre cibi integrali oltre che porzioni giornaliere di frutta e verdura, questo perché le fibre agiscono strettamente a livello gastrointestinale favorendo l’evacuazione delle feci; insieme alla fibra è bene assumere contemporaneamente elevate quantità di acqua, cercando di arrivare almeno a due litri al giorno. Ulteriori benefici si ottengono svolgendo attività fisica in quanto l’esercizio fisico agisce a livello della muscolatura addominale (che è quella che agisce in primo piano durante l’evacuazione), rinforzandola. Un altro aspetto da non sottovalutare è quello di non ignorare lo stimolo della defecazione a causa di ritmi troppo veloci o orari improponibili, anche perché questo va a riversarsi su tutto il nostro organismo causando appesantimento e maggiore difficoltà nell’evacuazione successiva. Sicuramente attuare queste poche abitudini può aiutare nell’attenuare e magari risolvere il problema ma occorre del tempo prima di ottenere benefici notevoli.

 

Dott. ssa Lucia D’Anzi – biologa nutrizionista

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