Con l’arrivo imminente dell’estate, due sono i chiodi fissi che iniziano inondare le nostre menti: 1) tornare in forma, per essere al top e sfoggiare il fisico perfetto sulle spiagge, e 2) prepararsi per avere un’abbronzatura perfetta. Parte dunque il via al “tutti a dieta”, magari seguendo l’ultima dieta del momento, e tutti si scoprono improvvisamente mangiatori di carote.
Ma perché? Cosa centrano le carote?
Per chi non lo sapesse, è ormai entrato nella concezione comune il fatto che per abbronzarsi meglio bisognerebbe consumare tante carote nei mesi precedenti all’esposizione solare. Questo perché si ritiene che il Beta Carotene contenuto nelle carote abbia il potere di stimolare la produzione di melanina. Ma sarà vero?
Innanzitutto scopriamo qualcosa in più su quest’ortaggio e sulle sue proprietà.
La carota (Dacus carota) è una pianta erbacea della famiglia delle Apiaceae, di cui si consuma la radice. Originaria del Mediterraneo entra al 100% a far parte della Dieta Mediterranea. È ricca di vitamine, C, B1, B2, D, E, e provitamina A (Beta Carotene), di Sali minerali come sodio, potassio, calcio, fosforo, di fibra (soprattutto solubile) ma soprattutto è ricca di acqua (per il 95%). Questa proprietà, la rende perfetta come fresco snack estivo e (come i finocchi) possono essere utilizzate come “spezza fame” durante un piano dietetico ipocalorico.
Grazie al suo contenuto vitaminico, e soprattutto per il suo contenuto di beta carotene, le carote hanno una valida azione antiossidante. Come ho scritto anche nel mio articolo precedente infatti, il beta carotene, detto anche provitamina A, oltre a svolgere un ruolo molto importante nel processo di visione notturna, svolge anche un’importante azione di protezione nella pelle, combattendo la formazione di radicali liberi, proteggendola quindi dai danni dei raggi UV, e contrastando i processi di invecchiamento cellulare.
Dunque, il collegamento carote/beta carotene/esposizione ai raggi solari sembra comunque essere presente. Tuttavia però sembra che il beta carotene non aumenti la produzione di melanina, e dunque non sembrerebbe esserci uno stretto collegamento tra carote e abbronzatura. Il processo di melanogenesi, quindi la sintesi di melanina, è infatti un processo molto complesso che trova le sue basi a livello genetico. Il nostro organismo produce questo pigmento al fine di proteggere le cellule della pelle dai raggi ultravioletti, creando uno schermo protettivo che limita l’assorbimento dei raggi UV. Il Beta Carotene, dunque non interverrebbe in questo processo ma, se assunto comunque in eccesso, si va a depositare a livello del derma conferendo alla pelle una colorazione giallo-arancio, dando l’impressione di avere una pelle più dorata dopo l’esposizione solare.
Tirando le somme, consumare carote per preparare l’organismo all’esposizione solare, non è comunque sbagliato. I raggi UV, infatti, promuovono comunque la formazione di radicali liberi nella pelle e il Beta Carotene, con la sua azione antiossidante, può proteggerci dai danni ossidativi causati dall’esposizione al sole.
Dott.ssa Carmen Pagano