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Anemia e alimentazione

anemia

L’anemia è una condizione che si ha quando il numero di globuli rossi o il contenuto di
emoglobina diminuiscono a causa di perdite di sangue, scarsa produzione di globuli rossi, rottura dei globuli rossi o una combinazione di queste modificazioni.

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Esistono differenti forme di anemia e solo alcune di esse si possono risolvere con la giusta alimentazione.

La forma più conosciuta di anemia è quella sideropenica caratterizzata da globuli rossi piccoli e pallidi
e da riduzione di ferro. La carenza di ferro può verificarsi in uomo adulto a seguito di lesioni del tratto gastro-intestinale, nelle donne in età fertile in caso di flusso mestruale abbondante o a seguito di intervento di asportazione di parte dello stomaco (gastrectomia) o del primo tratto dell’intestino.

Un’altra forma di anemia è quella che si verifica a seguito della carenza di vitamina B12. Le principali cause di deficit di Vitamina B12 sono dieta inadeguata (vegetarianismo, bambini allattati al seno da mamme vegetariane, alcolismo cronico, anziani che consumano cibi pronti privi di vitamina B12 e quasi mai la carne che invece ne è ricca), malattie che alterano la funzionalità intestinale (celiachia, gastrite cronica), ipertiroidismo, patologie epatiche e renali.

Un’ulteriore forma di anemia è legata alla carenza di acido folico ed è dovuta alla scarsa o mancata assunzioni di cibi freschi che lo contengono (sia di origine animale, ma maggiormente in quelli vegetali) o a seguito di un inadeguato metodo di cottura. Ci sono poi condizioni particolari quali gravidanza e allattamento o soggetti in dialisi in cui le richieste sono aumentate.

Sia l’anemia dovuta a carenza di acido folico che quella dovuta a carenza di vitamina B12 sono di tipo macrocitico, ossia inducono un aumento del volume dei globuli rossi ed è bene, in tal caso, seguire una dieta con cibi ricchi di entrambi gli elementi.

Terapia nutrizionale

Premessa fondamentale: Bisogna necessariamente rivolgersi a un professionista della nutrizione per farsi stilare un piano nutrizionale personalizzato in quanto è tassativo:

  • il rispetto della porzione degli alimenti da ingerire;
  • il rispetto della frequenza giornaliera o settimanale di assunzione degli alimenti indicati;
  • il rispetto dei fabbisogni giornalieri di ferro, vitamina B12 e acido folico indicati dai LARN e che ammontano rispettivamente a PRI (assunzioni raccomandate per la popolazione) pari a 10 mg di ferro al giorno per l’uomo in età adulta e 18 mg al giorno per le donne in età fertile, 2,4 mcg di vitamina B12 al giorno per adulti di ambo i sessi (2.6 mcg in gravidanza e  2.8 mcg in allattamento) e 400 mcg al giorno di acido folico per adulti di ambo i sessi (600 mcg in gravidanza e 800 mcg in allattamento).

Inoltre bisogna chiarire che ci sono alcune sostanze contenute in alcuni alimenti che possono migliorare o peggiorare l’assunzione del ferro. Ad esempio la vitamina C, la vitamina A, le vitamina del gruppo B, la cisteina e il rame favoriscono l’assorbimento del ferro non eme (contenuto maggiormente nei cibi di origine vegetale), mentre i tannini, le fibre, il calcio e il fosforo lo riducono.

Il ferro eme contenuto nei cibi di origine animale è più assimilabile rispetto al ferro non eme.

La vitamina B12 e l’acido folico sono sensibili al calore e durante la cottura il loro contenuto può andare perso.

Alla luce di quanto detto sopra, passiamo ai consigli nutrizionali:

Cibi si

  • Carne di tutti i tipi, sia rossa che bianca;
  • Affettati;
  • Pesci come tonno, merluzzo e salmone;
  • Molluschi;
  • Uova;
  • Legumi;
  • Verdure ricche di ferro quali fiori di zucca, peperoni, spinaci o ricche di acido folico quali asparagi, barbabietole rosse, broccoli, cicoria, catalogna, cavoletti di Bruxelles;
  • Frutta secca;
  • Prezzemolo, tartufo ed erbe aromatiche.

Cibi no

  • Vino, caffè e tè, cioccolato e alcune erbe, per il loro contenuto di tannini.
  • Cereali integrali ricchi in fibre.

Latte e derivati dipende dalla tipologia.

Dott.ssa Michela Capuzzoni

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