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Immunoterapia antitumorale: cos’è, come funziona e quando si usa

La ricerca scientifica moderna è una macchina che non si ferma mai: gli scienziati infatti sono sempre alla ricerca di nuove terapie volte a curare e debellare le malattie che, ad oggi, non hanno ancora una soluzione.

Uno dei campi in cui gli studiosi continuano a sperimentare è quello dei tumori, definiti dai più come il male del secolo.

Una delle ultime scoperte riguardo le cure oncologiche è l’immunoterapia, un trattamento della malattia mediante l’attivazione o la soppressione del sistema immunitario.

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Ma come funziona nel dettaglio l’immunoterapia? Quando è indicata? Facciamo chiarezza insieme.

Cos’è l’immunoterapia

L’immunoterapia, o terapia biologica, è, come già accennato, un trattamento della malattia mediante l’attivazione o la soppressione del sistema immunitario.

Gli studiosi ritengono che sia l’arma vincente per combattere diverse forme di cancro in quanto ha spesso un minor numero di effetti collaterali rispetto ai farmaci già esistenti.

Per funzionare correttamente, l’immunoterapia si avvale degli immunomodulatori, agenti attivi costituiti da una vasta gamma di preparati ricombinati, sintetici o naturali.

Categorie di immunomodulatori

Gli esperti hanno isolato 5 categorie di immunomodulatori utili per l’immunoterapia:

  1. Interleuchine
  2. Citochine
  3. Chemochine
  4. Farmaci immunomodulanti per l’imide (IMiD)
  5. Altri

Le interleuchine – come ad esempio IL-2 o IL-7 – sono proteine secrete dal sistema immunitario o, in alcuni casi – da cellule endoteliali o epiteliali, durante la risposta immunitaria.

Esempio di interleuchina

Le citochine – come gli Interferoni – sono invece molecole proteiche prodotte da vari tipi di cellule solitamente come risposta a uno stimolo.

Le chemochine – come CCL3 o CCL26 – sono un grande gruppo di proteine a basso peso molecolare, facente parte della stessa famiglia delle citochine.

I farmaci IMiD sono terapie farmacologiche già impiegate nel trattamento di mielomi – come nel caso del lenalidomide – o nell’alleviare sintomi quali nausea e/o vomito nelle donne in gravidanza – come nel caso del talidomide.

Infine, nella categoria ”altri”, si annoverano sostanze quali Citosina fosfato-guanosina, oligodeossinucleotidi e glucani.

Gli studi alla base dell’immunoterapia 

Solitamente i medici, per debellare il cancro, usano terapie volte all’uccisione e/o alla rimozione delle ”cellule malate”.

Tra i rimedi più usati anche oggi si annoverano la chemioterapia, la radioterapia e la chirurgia.

Nel 2018, i dottori James P. Allison e Tasuku Honjo hanno ricevuto il Nobel per la scienza grazie alla loro rivoluzionaria scoperta: curare il cancro tramite l’immunoterapia.

Gli scienziati infatti hanno evidenziato che l’immunoterapia antitumorale stimola con successo il sistema immunitario e, se affiancato da metodi più convenzionali, risulta efficace per debellare la malattia nel 20-30 % dei casi.

Gli studi di Allison e Honjo si rifanno ai casi più antichi in cui venne usato il bacillo di Calmette-Guérin – originariamente pensato per sconfiggere la tubercolosi – per contrastare con successo il tumore alla vescica.

L’esperimento rivelò che l’uso di introdurre in un organismo malato appositi immunomodulatori scatenasse una risposta positiva del sistema immunitario.

Successivamente questo procedimento venne usato anche sui tumori polmonari e su altre forme di melanoma, risultando molto efficace in tutti i casi.

Come funziona l’immunoterapia antitumorale

Nella maggior parte dei casi di immunoterapia usata per contrastare un tumore, la terapia ha il medesimo svolgimento.

Inizialmente si prelevano i linfociti T contenuti nel sangue per trasferirli in laboratorio; successivamente i linfociti vengono infettati in vitro da un antigene (molecola considerata ”pericolosa” dal sistema immunitario) tumorale.

Il linfocita infettato viene poi reintegrato con apposite citochine stimolanti.

Da ciò consegue che le cellule sane iniziano ad attaccare quelle tumorali che esprimono l’antigene.

L’immunoterapia antitumorale si distingue in topica e intralesionale (o intratumorale).

Nel primo caso, viene usata una crema di potenziamento immunitario che produce interferone, famiglia di proteine prodotte dal sistema immunitario in risposta alla presenza di agenti esterni come virus, batteri o cellule tumorali.

Nel secondo caso vengono invece usate le iniezioni di antigene tricofitina.

Dove si fa l’immunoterapia

Solitamente l’immunoterapia si fa presso i reparti oncologici degli ospedali.

Nel 2018, nella città toscana di Siena, è nato il primo centro di Immunoterapia d’Europa, un intero istituto dedicato a questo nuovo tipo di cura antitumorale.

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