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Nanna: se piange e non dorme

Arriva il bebè e la vita cambia: notti insonni e passeggiate per la casa.
Spesso la nanna diventa un bel problema, i neonati desiderano il più delle volte dormire in braccio alla mamma e piangono disperatamente se lasciati nella culla, anche dopo che si sono addormentati.

La situazione spesso fa perdere la calma… il primo consiglio è di rilassarsi e mantenere i nervi saldi.
Bisogna considerare che il sonno, soprattutto nei primi mesi di vita, è intermittente.
Il risveglio continuo è un meccanismo di difesa primordiale, che porta i bebè a svegliarsi anche al più piccolo rumore, col tempo si abitueranno all’ambiente circostante.
Il pianto è il loro modo per comunicare un disagio, bisogna capire quale.
Gli accorgimenti basilari sono: dargli da bere, delle volte anche solo dell’acqua o una tisana rilassante.
Controllare che il panno sia asciutto, magari sente fastidio per via della pipì.
Allattarlo al seno può rilassarlo. Se la mamma non allatta allora può essere utile il ciuccio, dato magari in braccio alla mamma ( i bebè riconoscono l’odore della mamma).
Va poi verificato se i piccoli soffrono qualche doloretto, dovuto per esempio alle colichette. Basterà spingere lievemente sul pancino per capirlo.
Bisogna inoltre sapere che i neonati soffrono molto il caldo, quindi evitare di coprirli troppo durante la nanna. Detto questo e fatto il tutto, il piccolo magari continua a strillare: non vuole dormire nella culla…cosa fare?
E qui pedagogisti e pediatri sono divisi. C’è chi sostiene che bisognerebbe lasciar piangere il piccolo fino a quando non smette e si addormenta, rassicurandolo solo con la voce, magari accompagnato da un carillon e dal ciuccio. Il bebè si abituerà così a dormire da solo. (metodo Estivill)
L’altro metodo sarebbe quello di assecondare il bambino nella sua esigenza di sicurezza materna fino a quando non sarà abbastanza sicuro per dormire da solo.
In effetti non si possono trascurare gli aspetti psicologici del primo metodo. Lasciare piangere il bambino a lungo, senza dare ascolto al suo richiamo, porterebbe inevitabilmente alla generazione di un senso di insicurezza che abiterà per sempre nel piccolo. Metterlo nel lettone potrebbe essere una soluzione per restituire al bambino serenità, (e riposo alla mamma) ma bisogna anche considerare i rischi della situazione. Per i bambini al di sotto dei quattro mesi è sconsigliato dormire nel letto con i genitori, troppo rischioso. Al contrario, dai quattro mesi in su può risultare addirittura utile per scongiurare la SIDS, ovvero la Sindrome della Morte in Culla dei neonati. Va considerato che concedere al bebè la nanna nel lettone significa inevitabilmente sacrificare il proprio “sonno profondo”, mantenendosi in uno stato di semicoscienza. I primi tempi potrebbero essere “duri” ma a lungo andare il ritmo del bambino ed il vostro entreranno in sintonia, regalando piacevoli riposini… sia alla mamma che al piccolo!

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