Oltre ai fattori ambientali e alle abitudini di vita, è la genetica che contribuisce in modo determinante nell’aumento del rischio di infarto. Circa il 20% delle predisposizioni per alcuni soggetti sarebbe legata a particolari strutture genetiche, 13 per l’esattezza, che mutano andando a colpire l’equilibrio delle coronarie cardiache
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L’esito della ricerca scientifica condotta sui genomi di oltre 140.000 europei da Cardiogram, con la collaborazione anche di alcuni centri italiani (come l’Istituto Mario Negri di Milano e il Mario Negri Sud di Santa Maria Imbaro-Chieti), ha dimostrato che incide di più l’azione di molti geni che hanno effetti minori sull’organismo piuttosto che pochi geni con responsabilità maggiori.
La speranza per il futuro è ora quella di poter limitare il verificarsi di un attacco cardiaco, sintomo che in Italia colpisce 150.000 persone all’anno, anche grazie ai passi in avanti delle nuove scoperte